martedì 15 febbraio 2011

Due modi di concepire lo "sviluppo" di un territorio

A distanza di poco più di 24 ore abbiamo potuto assistere a 2 due modi diametralmente opposti, di concepire il territorio e il suo sviluppo.
Incontro numero uno. Domenica 6 , Cooperativa S.Martino protagonista il "Non consumo di Territorio".
Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano ha raccontato come sia possibile amministrare un territorio rispettandolo.
Nel paese che amministra da 9 anni è stato scelto di non sacrificare territorio per costruire nuove case, ma di lasciarlo a disposizione di un settore per il quale, contrariamente a quanto si possa immaginare, la Lombardia riveste un ruolo da primato per l'economia italiana: l'agricoltura.
Ristrutturare e Rivalutare l'esistente. Risparmiare in modo intelligente e se proprio servono i soldi per avere i servizi comunali, allora si chiedono i soldi ai cittadini.
Paradossalmente a Cassinetta i cittadini sono contenti di pagare più tasse, perché sanno che da un lato l'amministrazione farà di tutto per avere il massimo con la minima spesa (le luminarie per il S.S. Natale sono un lontano ricordo) e perché così facendo il loro paese a distanza di pochi anni si è notevolmente rivalutato risultando oggi più "vivibile" e a misura d'uomo, rispetto anche ai comuni limitrofi.
Lunedì 7 in sala Consigliare di via Roma, la Commissione Territorio ha mandato in scena un copione diverso.
Da un rapido calcolo (i più diligenti avranno la bontà di leggersi l'intera documentazione) sono stati presentati progetti per edificare qualcosa come 5000mq di territorio libero che su una superficie totale di 3,2 kmq, a tanto ammonta il territorio non occupato dell'aeroporto, fanno qualcosa come l' 1,5%.
La cosa però non ci deve sorprendere più di tanto, in quanto il PGT (piano di governo del Territorio) presentato da questa amministrazione ha come obiettivo di portare la popolazione nei prossimi 5 anni, dagli attuali 6700 abitanti fino a 8200; quello che ci deve lasciare perplesso sono le motivazioni che spingono a questo modo di "divorare" territorio.
Semplificando: Ci sono sempre meno soldi nelle casse comunali, si concede di costruire e si incassano oneri di urbanizzazione per ripianare il bilancio (nel 2010 sono stati 450.000 euro), aumenta la popolazione, aumentano le spese comunali, ci sono sempre meno soldi nelle casse comunale e in ciclo si ripete con lo stesso stile di anno in anno.
Si capisce che ben presto la risorsa "territorio" finisce e a quel punto come si pagano i servizi ai cittadini?
Nell'immediato questo modo di "fare edilizia" nelle periferie e di popolare le periferie, svuota il centro storico di persone e di attività commerciali, lasciando completamente senza "mercato" e quasi senza valore immobili che invece meriterebbero di essere rivalutati.
Ma questi sono solo i risvolti "economici" poi ci sono quelli "sociali", ma appare subito scontato che tra un centro storico vuoto e desolato, molti ne preferirebbero uno vivo e vitale.

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